“Sei finanzieri, stimati per il loro impegno investigativo e in servizio presso la Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Roma, sono stati per mesi al centro di un’indagine che li ha visti ingiustamente coinvolti. Intercettazioni telefoniche e ambientali, lunghi mesi sotto osservazione, un’inchiesta prorogata: una tempesta giudiziaria che ha messo a dura prova la loro vita professionale e personale.
Oggi, a indagini concluse, i sei colleghi sono stati completamente scagionati da ogni accusa. L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF) esprime grande soddisfazione per l’esito della vicenda e piena solidarietà ai colleghi coinvolti.
Tuttavia, questa vicenda deve accendere una riflessione più ampia: il caso di Roma è solo uno dei tantissimi episodi che, in tutta Italia, vedono appartenenti alle Forze di Polizia travolti da indagini che poi si rivelano del tutto infondate.
Troppe volte gli uomini dello Stato vengono esposti al pubblico giudizio e alla gogna mediatica sulla base di accuse che, a distanza di tempo, si dimostrano prive di fondamento. Ma quando arriva il momento della riabilitazione, i riflettori si spengono, e il peso delle conseguenze rimane un problema esclusivamente personale.
Il trasferimento forzato, la perdita di fiducia nell’ambiente lavorativo, il danno all’immagine e alla dignità professionale sono ferite che non si rimarginano con una semplice archiviazione.
È inaccettabile che, anche dopo il pieno riconoscimento dell’innocenza, non si ripari ai provvedimenti adottati durante le indagini, che hanno comunque leso i colleghi. Pensiamo, ad esempio, ai trasferimenti imposti nel corso delle inchieste: decisioni che, anche quando l’accusato viene scagionato, non vengono quasi mai revocate, lasciando un segno indelebile nella carriera e nella vita personale degli interessati.
USIF chiede con urgenza l’apertura di un tavolo di confronto per valutare l’adozione di misure correttive e l’emanazione di norme che garantiscano un equilibrio tra le esigenze investigative e la tutela della dignità degli operatori delle Forze dell’Ordine. Il sistema attuale non è più sostenibile: la presunzione di innocenza deve valere sempre, e non solo a indagini concluse.
L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri continuerà a battersi affinché nessun altro collega debba subire le stesse ingiustizie in futuro”.
Lo dichiara, in una nota, la Segreteria Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).