L’USIF esprime la sua testimonianza di fratellanza alla città di Taranto, che, già provata dalle vicissitudini degli ultimi anni, sta vivendo in questi giorni una quantomai drammatica situazione di incertezza, non solo occupazionale, legata alle sorti dell’ex Ilva.
La volontà da parte dell’ArcelorMittal di recedere dagli impegni assunti non più di due anni addietro ha lasciato senza parole non solo i tarantini, ma tutti gli italiani.
Italsider, Ilva, ArcelorMittal..nel susseguirsi delle proprietà non si è inoltre mai addivenuti ad un equilibrio tra produzione e tutela della salute. Il risultato di questa inerzia, di questa poca lungimiranza (o, forse, ben peggio…ma sarà la magistratura ad esprimersi nel merito) è lo spettro del licenziamento per 5.000 lavoratori: non "un disagio”, come qualcuno l’ha definito, ma una vera e propria emergenza sociale. La magistratura di Milano e quella di Taranto sono al lavoro per far luce su diversi punti che, eufemisticamente, si potrebbero definire "non chiarissimi”. Noi, servitori con le stellette, siamo soliti aspettare il normale iter delle indagini dell’autorità giudiziaria per poi rispettarne le sentenze, ma in questa occasione ravvisiamo la necessità di addivenire ad una rapida conclusione, per il bene di tutto il Paese.
Così come siamo convinti che i "lavoratori militari” debbano avere accesso ai diritti riconosciuti ad ogni altro cittadino italiano, allo stesso modo siamo convinti della necessità che a Taranto debba essere ripristinata la certezza della legalità, a tutela dei lavoratori e di tutta la popolazione.