Chiederemo al Governo l’immediata rimozione del vulnus rilevato dalla Corte Costituzionale e la previsione di un risarcimento per tutti quei dipendenti pubblici che ancora oggi aspettano di ricevere il loro salario differito.
“Finalmente é arrivata la tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale in merito alle tempistiche di pagamento dei trattamenti di fine servizio (Tfs) per i dipendenti pubblici.
La Corte Costituzionale ha riconosciuto come incostituzionale l’accredito differito, obbligando così il governo ad adottare nuove regole.
È incostituzionale che i dipendenti pubblici che vanno in pensione debbano attendere anni per vedersi assegnata la liquidazione e lo ha sentenziato la Corte Costituzionale con la decisione n.130, puntando il dito contro il differimento e la rateizzazione del Tfr e del Tfs dei dipendenti della Pa, in quanto non ottempera al ‘principio della giusta retribuzione, contenuto nell’art. 36 della Costituzione’.
La Corte Costituzionale, dunque, non ha dubbi: bisogna ‘rimuovere subito il vulnus’.
Ad oggi, la liquidazione arriva dopo almeno due anni, se non addirittura sette, nei casi di pensione anticipata, anche a rate quando l’importo supera i 50.000 euro.
Il differimento della liquidazione del Tfs/Tfr per i dipendenti pubblici è stata un’operazione emergenziale per fare cassa, la cui perpetuazione risulta oggi ingiustificabile. Una vera e propria appropriazione indebita da parte dello Stato perché il Tfs/Tfr ha natura di salario differito e in quanto tale è costituzionalmente tutelato.
Il differimento determina, invece, una fattispecie discriminatoria a danno dei lavoratori pubblici rispetto a quelli privati, per i quali la liquidazione avviene immediatamente.
Il differimento del pagamento del Tfs e Tfr, non solo erode il potere d’acquisto, ma pregiudica in maniera significativa la vita dei colleghi, costringendoli a pagare una penalizzazione qualora decidessero di avvalersi dell’anticipo offerto dall’Inps o dalle banche.
USIF, dunque, chiede al Governo l’immediata rimozione del vulnus rilevato dalla Corte Costituzionale e la previsione di un risarcimento per tutti quei dipendenti pubblici che ancora oggi, a distanza di 2 e 7 anni, stanno aspettando di ricevere il loro salario differito”.
Così in una nota Vincenzo Piscozzo, Segretario Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).