“Spiace per il tragico epilogo della vicenda accaduta al commissariato Vicaria di Napoli, poiché la perdita di una vita umana è sempre una sconfitta per la collettività.
Ma non possiamo non soffermarci sulla sconfitta dello Stato perché il poliziotto indagato è vittima di “un atto dovuto”, con gravi conseguenze sotto il profilo umano e professionale.
Ne comprendiamo le ragioni: essendo il collega indagato può accedere a tutte le garanzie difensive.
Ma serve un cambio di rotta.
Se bisogna cambiare le regole del gioco …cambiamole!!!!
Ricordiamo che un operatore di polizia indagato, anche per un atto dovuto, è soggetto ad importanti conseguenze sia sotto l’aspetto professionale che di carriera.
Nel momento in cui sussistono evidenti cause di giustificazione del reato, non è più accettabile essere esposti alle conseguenze di un processo penale che ha delle conseguenze sulla vita privata e professionale del collega che ha avuto la sola colpa di svolgere il proprio dovere.
Tralasciando la parte economica (che non è di poco conto) legata all’assistenza legale ed eventuale spese periziali, la vergognosa situazione è che gli operatori di polizia coinvolti in casi del genere, si trovano nella condizione di avere la carriera bloccata e, se in attesa di premi e ricompense, anche questi non saranno riconosciuti sino a completa archiviazione.
E purtroppo conosciamo i tempi della giustizia.
Esprimiamo, quindi, la più sentita solidarietà al collega di Napoli e a tutti quelli che stanno vivendo la stessa situazione in tutto il territorio nazionale”.
Lo dichiara, in una nota, Vincenzo Piscozzo, Segretario Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).