USIF, Vincenzo Piscozzo: "Ho appena inviato una lettera aperta indirizzata alla politica e ai Ministri della Difesa e dell'Economia e delle Finanze, rappresentando che i militari non vogliono una restaurazione della Rappresentanza Militare, bensì una giusta legge che tuteli i lavoratori con le stellette al pari di tutti gli altri lavoratori".
Ddl Corda, dove eravamo rimasti?
Finalmente (non per tutti questa precisazione sarà più chiara per chi avrà voglia di sorbirsi sino all'ultimo queste riflessioni) il 21 marzo la Camera dei Deputati ha previsto la calendarizzazione della "Discussione sulle linee generali della proposta di Legge n. 875-B - norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare". Ebbene sì, sono necessarie tutte queste parole per descriverci perché a distanza di 4 anni dalla sentenza 120/2018 il Legislatore fatica persino a chiamarci Sindacato tout court, come se la parola in sé possa nascondere chissà quali fini eversivi.
Ma la colpa per l'insorgere di questo stupore è pur sempre da ricondurre unicamente a noi stessi perché il Legislatore non è un'entità astratta ma è rappresentato dalle persone che noi tutti ogni 5 anni (o quando ce lo concedono) votiamo, le stesse persone abili, talvolta, ad imperniare un'intera carriera (o comunque buona parte) sulla sbandierata vicinanza alle Forze dell'ordine salvo poi dimenticarsene (o accampare scuse belluine) ogni volta che sono chiamate a dimostrarlo; avete bisogno di esempi ? A noi, tra i tantissimi, ne bastano 3: le dinamiche relative ai nostri rinnovi contrattuali, riordino delle carriere (e successivi correttivi) e l'aver costretto gli appartenenti alle FF.OO. a dover vivere in strada sino al compimento del sessantesimo anno, bloccando in maniera scellerata il turn over (in quest'ottica soltanto nell'ultimo periodo si è cercato di porre un parzialmente rimedio).
Ma torniamo all'oggetto del contendere. Non è questa la sede per fare una cronistoria degli eventi susseguitisi negli ultimi 4 anni (anche perché gli interessati alla materia dovrebbero essere più che informati - in realtà qui si potrebbe aprire un ampio capitolo riservato anche all'autocritica ma "questa è un'altra storia" come amava recitare qualcuno).
Il punto dirimente è il seguente: a novembre il Senato ha approvato (con una versione nettamente peggiorativa) il tanto agognato (per chi realmente ci crede) Ddl Corda e il Parlamento sembrava orientato ad approvare in poco tempo un testo si monco ma che avrebbe permesso, comunque, di cominciare a voltare pagina. Invece .... (???) invece, dopo settimane di assordante silenzio, la nostra classe politica, pochi giorni dopo gli squilli di tromba che hanno accompagnato la sottoscrizione del nostro "sfavillante" rinnovo contrattuale (a proposito ... si sa che fine abbia fatto? Se non sbagliamo siamo già entrati in nuovo triennio scaduto ...) è riuscita a prorogare la vetusta Rappresentanza Militare (R.M.) sino al 31.12.2022 (per il momento).
Ed è qui che casca l'asino. Negli ultimi giorni (tralasciando quelle che vengono a volte troppo semplicisticamente bollate come voci di corridoio) si sono registrati alcuni eventi che potrebbero destare preoccupazione (ma anche qui i timori saranno sicuramente infondati e confutati dai fatti).
È di pochi giorni fa una delibera di un Co.Ba.R. dei Carabinieri che, sinteticamente, richiamando alcune delle palesi inefficienze introdotte dal Ddl Corda non si limita ad auspicare una semplice (?) proroga della Rappresentanza Militare bensì la necessità di MANTENERLA IN VITA.
Ok...andiamo avanti. Alla luce di questo documento (sempre tralasciando le infondate voci di corridoio) pare ancor più importante un incontro tra il Capo SMD ed i Co.Ce.R. Interforze che sembrerebbe essere stato calendarizzato già nel corso di questa settimana.
Sarebbe quantomeno "carino" se, almeno, in questa occasione tutti i Delegati Co.Ce.R. palesassero, definitivamente ed in maniera incontrovertibile, il loro orientamento: siete per la Rappresentanza Militare o per i Sindacati (si Associazioni a carattere bla bla bla..) ??
Ci vuole chiarezza. È facile continuare ad andar avanti addossando le colpe ad agenti esterni: una volta agli Stati Maggiori, una volta alla politica, una volta alle congiunture astrali (insomma sempre negli altri) ...
Qui non si tratta di invocare scelte populiste come ad esempio chiedere la famosa eliminazione dei doppi “cappellisti”. Sul tema occorre necessariamente fare una riflessione approfondita ed a 360 gradi, non superficiale e spinta dalla "pancia": va da sé che chi sin dagli albori si è interessato alla Rappresentanza Militare ne ha potuto cogliere gli INIZIALI aspetti positivi e innovativi (40 anni fa però eh! Non adesso ..) e, avendola vissuta dall'interno, ha auspicato un cambio di rotta con l'avvento del Sindacato; quel cambio di rotta naturale che per forza di cosa avviene passando dall' "essere affiancato all'Amministrazione" al diventarne contraltare (e poi, siamo sinceri, è facile propugnare scelte demagogiche da parte "chi non ha" - cariche ai vari livelli nella Rappresentanza - chiedere a "chi ha" di rinunciare a qualcosa per cui ha, magari, combattuto - ed in cui forse ancora ci crede realmente.
Il focus adesso è sul fatto che bisogna andare avanti. Non si può più tornare indietro, non si può più far finta che non esista una sentenza della Corte Costituzionale. Chi è impegnato in questo processo di cambiamento DEVE avere il coraggio di esporsi.
Se qualcuno crede che la soluzione migliore sia davvero (non so in quale modo) continuare con la Rappresentanza dovrebbe avere quel mix di dignità e coraggio per palesarlo e smettere di agire con un fare ondivago che alimenta l'incertezza.
E se davvero crede che la soluzione sia la Rappresentanza dovrebbe avere la franchezza di fare svolgere elezioni "libere da paletti" che nascondono retaggi e acquiescenza allo status quo, ovvero dovrebbe chiedere elezioni senza ECCEZIONI: basta proroghe e consentite almeno un parziale cambiamento che necessariamente accompagna l'arrivo di uomini nuovi (come mai non vi siete mai lamentati delle proroghe che hanno consentito, in barba al vincolo del doppio mandato, ai Delegati di restare in carica per decenni ?).
Speriamo con tutto il cuore che propendiate per il Sindacato. Una vita nuova a cui si può aspirare solo con un istituto nuovo.
Viviamo in periodo in cui la nostra classe politica già esce sconfitta da questa lunga agonia. È stata la Corte Costituzionale a colmare un vuoto di democraticità nel mondo militare. In altri termini, si deve ringraziare un altro Organo dello Stato se il Parlamento è stato chiamato ad esprimersi su una questione di propria competenza: la Legge sulle Associazioni Sindacali.
E proprio per questo motivo che ora chiediamo a gran voce, in rappresentanza di migliaia di soci, che il Parlamento faccia la sua parte con serenità e giustizia.
Non vogliamo una restaurazione della Rappresentanza Militare ma una giusta Legge che tuteli i lavoratori con le stellette al pari di tutti gli altri lavoratori.
Chi non si evolve si estingue, spesso nell'anonimato e facendo svanire il ricordo di quanto di buono è stato fatto lungo il percorso.
Roma, 7 marzo 2022.
IL SEGRETARIO GENERALE USIF
Vincenzo Piscozzo
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