LA PREVIDENZA NEL COMPARTO SICUREZZA

(Intervento del SEGRETARIO GENERALE U.S.I.F.)

La materia previdenziale rappresenta un punto nevralgico delle problematiche che si riscontrano nell’ambito del comparto Sicurezza. Il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, introdotto con la Riforma Dini nel 1995, senza l’avvio effettivo della Previdenza complementare ha prodotto e produrrà una riduzione drastica delle nostre pensioni, le quali saranno costituite da un importo pari al 60-65% dell’ultima retribuzione.

Il sistema contributivo puro, associato ai limiti ordinamentali (60 anni di età invece dei 67 richiesti per il pubblico impiego), produce degli effetti negativi che non permettono di aumentare il montante relativo. Una dolorosa realtà che non tiene conto della nostra estrema ed unica specificità.

Risulta, quindi, quanto mai opportuno intervenire per rivendicare l’introduzione di una specifica norma che garantisca all’intero Comparto Sicurezza l’opportunità di godere di un sistema previdenziale con coefficienti di trasformazione legati ai 65 anni. Bisogna abbandonare l’idea di avviare la previdenza complementare, in quanto il tempo perso non è più recuperabile.

E’ necessario far comprendere alla politica che le forze di polizia per mantenere l’efficienza fisica e quella in servizio hanno bisogno di sistemi previdenziali che non risultino addirittura penalizzanti.

Attualmente alla camera sono presenti alcuni disegni di legge concernenti una “Previdenza Dedicata” per i Comparti Difesa e Sicurezza.Finalmente sembra che si stia imboccando la strada giusta, prevedendo un sistema che garantisce ai lavoratori del Comparto una pensione che tenga presente della peculiare “specificità” sancita dalla legge 183 del 2010 tanto sbandierata dagli stessi politici.

Si parla di coefficienti di trasformazione legati ai 65 anni pur mantenendo i limiti ordinamentali attuali.

Bisogna spingere con le forze politiche, affinché ci sia un intervento governativo mirato a trovare le occorrenti risorse finanziarie da accantonare per dare, in tempi brevi, attuazione a questi progetti di legge volti a sterilizzare gli effetti negativi della Riforma Dini.

L’atteggiamento ipocrita assunto, negli anni, nei nostri confronti è divenuto ormai insopportabile e deve essere superato.

VIGILEREMO, DURANTE LE TRATTATTIVE PER IL RINNOVO CONTRATTUALE IN ESSERE, AFFINCHE’ VENGA RICONOSCIUTA CONCRETAMENTE LA SPECIFICITA’ DEL COMPARTO CON L’APPROVAZIONE DI UNA LEGGE DELEGA SUL TRATTAMENTO PENSIONISTICO.

Inoltre, urge intervenire per l’istituzione di un Fondo Integrativo Previdenziale di categoria, con adesione volontaria, andando però a salvaguardare le attuali prerogative economiche/finanziarie che caratterizzano il T.F.S. del Comparto Sicurezza e che incidono sia in termini di ritenute contributive di finanziamento (opera di previdenza 2,5%) che di misura di riscatto finale (1/5, 6 scatti, arrotondamenti, esenzioni, aliquota fiscale finale di favore).

Rimini, 15 ottobre 2021

Il Segretario Generale Nazionale - Vincenzo PISCOZZO

 

 

 

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