Roma, 16.05.2020

Ieri, alle ore 15:56, la giornalista, conduttrice televisiva e opinionista italiana (da Wikipedia) Alda D’Eusanio ha “postato” sul suo profilo Facebook un video col quale raccontava quanto occorsole in occasione di un controllo da parte di una pattuglia della Guardia di Finanza.

La sig.ra D’Eusanio era stata sanzionata per la violazione di cui all’art. 3, co. 2 del DPCM 26.04.2020. Comma che, ad ogni buon conto, si riporta qui sotto:

“””Ai fini del contenimento della diffusione del virus COVID-19, è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi di trasporto e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza. Non sono soggetti all'obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l'uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.“””

 

Scoperto quindi che la norma prevede che nei luoghi chiusi accessibili al pubblico l’utilizzo della mascherina non è subordinato ad una ipotetica distanza di sicurezza (che potrebbe essere facilmente annullata da un semplice colpo di tosse, potenzialmente pericoloso per i gestori delle attività nonché rischioso, in termini di possibile contagio, per le merci), ma è obbligatorio, vorremmo formulare alcune precisazioni, naturalmente sempre nel pieno rispetto delle opinioni altrui.

 

Vorremmo rassicurare la gentile sig.ra D’Eusanio che, al contrario di quanto da lei asserito nel suo video, conosciamo bene le nostre responsabilità e, volendo un po’ peccare di presunzione, ne abbiamo piena consapevolezza.

 

Non possiamo arrogarci il diritto di rispondere ad una domanda rivolta al nostro Comandante Generale, ma esprimendo un “sentire” della maggior parte dei Finanzieri impiegati nel servizio di controllo delle disposizioni emanate per combattere la diffusione del Covid-19, possiamo asserire di non sentirci né “sparpagliati” né “sguinzagliati” in giro per le città e, men che mai, con un intento “vessatorio” nei confronti dei normali ed onesti cittadini.

 

Ci sentiamo, forse in maniera un po’ romantica, utili in questa “seconda fase” dell’emergenza, così come pensiamo di esserlo stati in quella precedente.

 

Non ci siamo certo “montati la testa”, né crediamo “di essere i padroni del mondo”: riteniamo di essere dei servitori dello Stato ai quali è stato demandato, insieme a tutte le altre Forze di Polizia, il compito di verificare l’applicazione delle norme emanate per contrastare la diffusione di un terribile nemico invisibile, che già tante, troppe vittime ha mietuto.

 

Fare rispettare delle regole non ci permette discrezionalità, quindi non siamo in grado di comprendere che cosa mai la sig.ra D’Eusanio possa intendere con “facendo rispettare in modo ingiusto regole che se invece applicate nel modo giusto sono, appunto, giuste”.

 

Sappiamo che potrà sembrare un limite, ma il nostro compito prescinde da interpretazioni di carattere personale e le nostre facoltà sono quelle dettate dalle norme.

 

Non se ne abbia quindi a male la sig.ra D’Eusanio e non si senta vessata se una nostra pattuglia ha ravvisato una violazione delle disposizioni di legge, verbalizzando l’infrazione. Come in ogni Stato di diritto, avrà la possibilità di difendersi in tutte le sedi competenti, proponendo la sua versione e sollevando tutte le eccezioni che riterrà opportuno.

 

Ci permettiamo anche di suggerire, sommessamente, che l’effettuazione di controlli, di quale natura essi siano, non dovrebbe costituire motivo alcuno di paura: sono nell’interesse della collettività, e seppur possa non essere piacevole “perdere tempo” assoggettandosi ad essi, sono egualmente necessari.

 

E, in effetti, le Forze dell’Ordine sono pagate per tutelare tutti i cittadini.

 

Lo stiamo facendo.