NOTE CARATTERISTICHE E RICOMPENSE MORALI: UN DIVARIO CHE PREGIUDICA LA GIUSTIZIA NELLA GUARDIA DI FINANZA

07 Aug 2025

di Vincenzo Piscozzo - Segretario Generale U.SI.F

 

C’è un tema scomodo, trascurato, ma decisivo per la vita di ogni finanziere. Un tema che incide in modo diretto su carriera, trasferimenti, riconoscimenti e dignità professionale: le note caratteristiche e le ricompense morali.

Negli anni  troppe segnalazioni ci sono giunte dai nostri iscritti. Un numero crescente di colleghi denuncia un sistema iniquo e profondamente disomogeneo, in cui i criteri per l’attribuzione di punteggi fondamentali risultano spesso aleatori, influenzati da consuetudini locali, valutazioni soggettive o  peggio,  da inerzie gerarchiche.

La vita professionale di un militare, di un finanziere, si regge su due pilastri fondamentali:

le progressioni di carriera,

la mobilità.

Ma questi due pilastri poggiano a loro volta su fondamenta che dovrebbero essere stabili e trasparenti: le note caratteristiche e le ricompense morali. Senza di esse, ogni avanzamento, ogni trasferimento, ogni ambizione legittima può trasformarsi in un miraggio.

Eppure, oggi, nel 2025, assistiamo ancora a un’Italia a più velocità. In alcuni reparti/comandi,  dopo soli due anni di servizio un finanziere riceve valutazioni eccellenti "con lode". In altri, per raggiungere lo stesso traguardo, si attendono anche vent'anni, nonostante l’impegno, le responsabilità e i risultati.

E non è raro che ricompense morali di dubbia motivazione vengano concesse con leggerezza, mentre operazioni meritevoli di ben altra attenzione rimangono ignorate, sminuite, dimenticate.

Questo non è solo un problema tecnico o amministrativo. Questo è un tema di giustizia e di equità. Non possiamo accettare che un finanziere sia valutato in modo diverso solo in base al reparto, alla regione o al comandante di turno.

Non possiamo accettare che l’azione di comando, da strumento di valorizzazione del personale, si trasformi in un ostacolo alla trasparenza.

U.SI.F. lo dice con chiarezza: non è più il tempo delle discrezionalità opache.

Serve una riforma strutturale, coraggiosa e netta, delle norme che regolano le note caratteristiche e le ricompense morali.

Una riforma che porti uniformità nazionale, regole uguali per tutti, vincoli oggettivi, criteri trasparenti e verificabili.

Perché ogni finanziere, dal Nord al Sud, passando per il Centro, deve poter contare su pari diritti, pari dignità e pari opportunità.

Il nostro documento programmatico 2025 contiene proposte concrete, già sul tavolo delle interlocuzioni istituzionali. Ma il cambiamento ha bisogno del sostegno della base. Ha bisogno di ogni collega che crede ancora in un Corpo giusto, moderno, meritocratico.

La Guardia di Finanza 3.0 non può più permettersi di ignorare il merito, né di premiare l’appartenenza a discapito del sacrificio.

È questa la grande sfida del nostro tempo.

È questa la battaglia che l’Unione Sindacale Italiana Finanzieri porterà avanti, senza esitazioni, in nome di chi ogni giorno serve il Paese con onore, disciplina e spirito di sacrificio.