Escalation di violenza contro le Forze dell’Ordine. USIF: per il 2026 serve un cambio di rotta
27 Dec 2025
Dalle piazze agli ospedali. Escalation di violenza contro le Forze dell’Ordine. USIF: per il 2026 serve un cambio di rotta.
Nell’ultimo trimestre del 2025 si è assistito a un’escalation di eventi di conflittualità di piazza, culminati in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, che hanno causato decine di operatori di polizia feriti in servizio.
Partendo dai dati ufficiali forniti dal Ministero dell’Interno, nel 2023 si contavano poco più di un centinaio di operatori feriti durante le manifestazioni di piazza; nel 2024 il numero dei feriti è salito a 273, con un incremento di circa il 127,5%.
Nel 2025, gli stessi dati ministeriali confer- mano che il trend non si è invertito: le piazze sono sempre più teatro di scontri organizzati, con una pressione e uno stress crescenti sugli uomini e sulle donne in divisa.
Di fronte a questo scenario non è corretto parlare di meri episodi di violenza di piazza.
Siamo in presenza di un vero e proprio allarme democratico, che deve indurre tutti a una profonda rifles- sione. Le istituzioni, la classe politica, gli organi di stampa e ogni altro attore istituzionale” sono chiamati a intraprendere un percorso di concreta assunzione di responsabilità.
Come sindacato abbiamo il dovere di ascoltare la voce dei colleghi e i racconti che arrivano quotidianamente dal territorio.
Le strade e le piazze di Roma, Milano e Torino hanno pagato un prezzo altissimo in termini di feriti ma, al di là del freddo dato statistico, ciò che maggiormente preoccupa è il racconto che arriva dal campo: ferite, contusioni e fratture riportate da centinaia di servitori dello Stato, impegnati ogni giorno a garantire ordine e legalità, nel pieno rispetto del diritto costituzionalmente garantito alla libera manifestazione del pensiero.
Nel 2024, a fronte di un calo complessivo del numero delle manifestazioni, si era registrato un aumento dei feriti, dato che già evidenziava una tendenza strutturale alla violenza nelle piazze.
Nel 2025 questa tendenza si è ulteriormente consolidata, con un aumento delle iniziative di piazza, comprese quelle non autorizzate, e con centinaia di eventi caratterizzati da criticità per l’ordine pubblico.
Il Report del Ministero dell’Interno, riferito al periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 luglio 2025, annovera 95 feriti complessivi tra le forze di polizia impegnate nei servizi di ordine pub- blico.
Un dato che, tuttavia, non include il picco autunnale, durante il quale si sono verificati gli scontri più violenti, innalzando drasticamente il bilancio annuale.
Nel solo weekend compreso tra il 3 e il 6 ottobre, come denunciato dai sindacati di polizia, si contano infatti 126 feriti tra le forze dell’ordine su tutto il territorio nazionale.
Tralasciando ogni logica politica, dalla quale come sindacato ci asteniamo, sentiamo il dovere di affermare che nell’attuale contesto socio-culturale troppo spesso si ricorre, in modo improprio, al termine repressione” per descrivere il modus operandi degli operatori di polizia impegnati nel contenimento dei disordini.
Una tesi non solo ingiusta, ma anche pericolosa, perché delegittima chi è chiamato a servire lo Stato e finisce per alimentare la violenza.
A conferma di ciò, dai dati ministeriali emerge come il numero dei feriti tra le forze dell’ordine sia frequentemente superiore a quello dei manifestanti. Sempre più spesso le manifestazioni di piazza vengono strumentalizzate da soggetti violenti che, celandosi dietro motivazioni e ideali legittimi, utilizzano lo scontro fisico come arma ideolo- gica, trasformando poliziotti, carabinieri e finanzieri in bersagli permanenti.
Per il nuovo anno, al fine di invertire questa tendenza, l’USIF auspica un intervento significativo, sia sul piano normativo sia in termini di approccio istituzionale. Tutto passa dal rispetto dell’operato delle Forze dell’Ordine che, con impegno e dedizione, ga- rantiscono la sicurezza in ogni contesto in cui si esercita la libertà di manifestazione del pensiero.
Formazione adeguata, equipaggiamenti idonei, tutela legale e riconoscimento del rischio crescente, certificato dalle statistiche ufficiali, rappresentano le basi imprescindibili per assicurare una reale tutela a chi rappresenta la legge.
Le piazze non possono e non devono essere utilizzate come terreno di scontro ideologico. Occorrono regole chiare che isolino e puniscano, con strumenti adeguati, chi fa ricorso alla violenza e che proteggano concretamente gli operatori di polizia e i cittadini onesti. L’aumento costante del numero di agenti feriti testimonia il raggiungimento di un punto di non ritorno. Non sono solo le forze dell’ordine a essere oggetto di attacchi ingiustificati: a essere minato è il concetto stesso di convivenza civile, nella quale conflitto e dissenso devono potersi esprimere senza odio e senza violenza.
L’USIF, da tempo, si è fatta portavoce di una proposta normativa denominata DASPO economico, un provvedimento volto a colpire patrimonialmente i responsabili di atti violenti durante le manifestazioni che, oltre a svolgere una funzione deterrente, garantirebbe anche un concreto risarcimento a favore dei cittadini onesti.
Un intervento legislativo in tal senso rappresenterebbe un forte segnale di legalità, di democra- zia e di tutela delle donne e degli uomini in uniforme che ogni giorno pagano sulla propria pelle il prezzo della libertà di tutti.
Auspichiamo che l’anno si chiuda senza ulteriori episodi di violenza e che il 2026 sia foriero di un rinnovato impegno collettivo per la tutela e la sicurezza delle donne e degli uomini delle Forze dell’Ordine, quotidianamente impegnati nella difesa del bene comune.











