LO STATO SOTTO ASSEDIO: UN PAESE CHE BRUCIA MENTRE LA POLITICA GUARDA ALTROVE

01 Dec 2025

Editoriale di Vincenzo Piscozzo

Negli ultimi mesi il nostro Paese sta assistendo a una preoccupante escalation di attacchi incendiari contro le forze dell’ordine: dalle vetture della Guardia di Finanza bruciate a Modica e Nettuno, all’attentato incendiario di Quartucciu, ai tanti mezzi della Polizia Municipale dati alle fiamme, fino all’episodio dell’incendio appiccato sotto una volante della Polizia a Roma. E ancora: le sedici auto distrutte nei parcheggi del commissariato di Albano, le auto della Polizia Locale incendiate a Colico e Montesilvano, il rogo doloso nella caserma di Castel Gandolfo.

Una sequenza impressionante, una mappa degli attacchi che si allarga ogni settimana, una triste routine che dimostra come certe norme e strumenti oggi in vigore non rappresentino più un deterrente reale.

Questi gesti non sono bravate, non sono sfoghi isolati: sono atti criminali, violenti, talvolta con caratteristiche tipiche del terrorismo. Sono aggressioni dirette allo Stato, alle sue istituzioni e soprattutto ai suoi uomini e donne in uniforme, che ogni giorno servono la collettività garantendo sicurezza, legalità e diritti.

Una deriva istituzionale che non possiamo ignorare! Il problema non è soltanto l’atto vandalico o l’incendio in sé. La vera ferita è più profonda: è la sensazione, ormai sempre più diffusa tra gli operatori delle forze dell’ordine, di essere lasciati soli.

Quando attaccano un’auto di servizio, non colpiscono un oggetto. Colpiscono la credibilità dello Stato, la sua capacità di garantire l’ordine democratico, la tutela dei cittadini e l’incolumità degli operatori che rappresentano la sicurezza del Paese.

La mancata assunzione di posizioni nette, le ambiguità, le polemiche politiche sterili e una legislazione insufficiente hanno generato un effetto domino che oggi ricade direttamente sulle istituzioni e su chi le rappresenta. Una società che tollera o minimizza simili episodi è una società che smarrisce il senso autentico della legalità e della convivenza civile.

Serve un’inversione di tendenza immediata. Per questo rivolgo un appello chiaro e senza ambiguità alla politica, alle istituzioni e alla società civile: non si può continuare a essere timidi, incerti o contraddittori quando lo Stato viene attaccato.

Non è accettabile che gruppi di delinquenti, balordi, criminali organizzati o soggetti radicalizzati possano colpire impunemente il cuore delle istituzioni senza una risposta ferma, chiara e decisa.

Garantire i diritti di tutti non significa, e non può significare, giustificare o minimizzare chi ogni giorno attacca le istituzioni e tenta di demolire le basi dello Stato democratico.

Condannare sempre, senza tentennamenti! Ogni atto violento, ogni aggressione, ogni incendio doloso che colpisce la Guardia di Finanza, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Polizia Locale o qualsiasi corpo dello Stato deve essere condannato senza condizioni, senza sfumature, senza strumentalizzazioni.

Non servono propaganda né populismi di facciata. Serve difendere fino in fondo la legalità, le istituzioni repubblicane e gli uomini e le donne che ogni giorno rischiano la vita per garantirla.

Questa deriva può essere fermata, ma solo con coraggio, coerenza e senso di responsabilità.

Lo Stato ha il dovere di difendere se stesso e chi lo serve. E ha il dovere di farlo ora.

 

Vincenzo Piscozzo - Segretario Generale Unione Sindacale Italiana Finanzieri