Le radici del dovere e il futuro della dignità
            			  04 Nov 2025
Editoriale di Vincenzo Piscozzo, Segretario Generale USIF
C’è un silenzio che parla più di mille parole: è quello delle montagne dove, un secolo fa, le Fiamme Gialle affrontavano la Grande Guerra. In quel silenzio, tra neve e pietra, nacque un modo tutto nostro di servire lo Stato: con disciplina, dedizione e senso di appartenenza.
Quei finanzieri non combattevano solo per la vittoria, ma per l’onore, per la responsabilità, per un’Italia che stava imparando cosa significasse essere comunità.
Ricordare il loro sacrificio non significa farne un simbolo di retorica, ma riconoscere un’eredità morale.
Essi ci insegnarono che la forza di un Corpo non è solo nelle armi, ma nella coscienza di ciascuno, nella lealtà, nella solidarietà tra colleghi, nel sentirsi parte di qualcosa che va oltre il singolo.
Ecco perché la memoria delle loro gesta non ci appartiene solo come pagina di storia, ma come bussola per il presente.
Oggi le nostre battaglie sono diverse.
Non si combattono più nelle trincee, ma nei luoghi del servizio, nelle difficoltà quotidiane, nella ricerca di equilibrio tra dovere e diritti, tra efficienza e umanità.
Ed è proprio qui che trova spazio il ruolo del sindacato: non per sostituirsi alla Storia, ma per esserne continuatore nello spirito.
L’USIF nasce da questo stesso senso di responsabilità.
Essere sindacato significa custodire la dignità del lavoro, difendere la professionalità e il benessere delle donne e degli uomini che portano la Fiamma sul petto, promuovere un’amministrazione capace di ascoltare, di evolvere, di valorizzare.
Non per dividere, ma per unire, così come, allora, i finanzieri si unirono nell’impegno comune, mettendo la Patria prima di sé stessi.
La memoria di quei giorni lontani ci ricorda che ogni progresso nasce da un atto di coraggio.
Oggi, il coraggio è quello di credere in un Corpo più giusto, più moderno, più vicino alle persone che lo rendono vivo.
USIF vuole essere questo: una voce che non dimentica, ma costruisce; che non invoca la gloria del passato, ma ne raccoglie il senso per dare valore al presente.
Le Fiamme Gialle della Grande Guerra hanno scritto con il sacrificio la nostra identità.
Noi, oggi, possiamo onorarla con l’impegno, la coesione e il dialogo.
Perché il modo migliore per ricordare chi ci ha preceduto è continuare a servire con passione, con coscienza e con umanità.











