I BASCHI VERDI NON SI TOCCANO: L’ELITE CHE L’USIF DIFENDERÀ SEMPRE

12 Oct 2025
Editoriale di Vincenzo Piscozzo - Segretario Generale USIF
Ci sono reparti che non si discutono. Ci sono colleghi che, quando indossano il basco verde, sanno di appartenere a qualcosa di più grande di loro: una missione, un’identità, un giuramento di servizio che non conosce paura.
Gli ATPI, i Baschi Verdi della Guardia di Finanza, sono da tempo l’ossatura silenziosa del concorso all’ordine e alla sicurezza pubblica. Da reparti di supporto sono diventati pilastri essenziali. L’Italia intera ha potuto vederli in azione nei momenti più difficili, nei disordini che hanno attraversato il Paese, nelle manifestazioni dove, dietro lo scudo della legalità, si nascondevano facinorosi e delinquenti pronti a colpire.
E non è un caso se anche il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso pubblicamente il proprio plauso per l’operato dei finanzieri ATPI, riconoscendo il contributo determinante che hanno garantito nella gestione dell’ordine pubblico.
Un riconoscimento che ci onora tutti, ma che, allo stesso tempo, ci impone una riflessione profonda: può un comparto d’élite essere trattato come manodopera sostitutiva?
Le ombre dietro la luce
Perché se è vero che i Baschi Verdi sono sinonimo di efficienza, professionalità e dedizione, è altrettanto vero che troppo spesso vengono impiegati in modo inaccettabile.
A Messina, alcuni colleghi del reparto ATPI sono stati colpiti e feriti, costretti a ricorrere a cure ospedaliere, perché il reparto non dispone di alcun mezzo idoneo da ordine pubblico.
A Roma, durante un servizio, dei finanzieri sono rimasti intrappolati all’interno di un blindato per una maniglia rotta: il mezzo, partito dalla Calabria nonostante se ne conoscesse il difetto, avrebbe potuto trasformarsi in una trappola mortale se non fosse stato per la prontezza dei colleghi intervenuti in via Merulana.
E allora ci chiediamo: com’è possibile che mentre l’Amministrazione esalta gli ATPI per i risultati, li depotenzia sul piano operativo e logistico, arrivando perfino (in molte sedi) a impiegarli in servizi ordinari o addirittura amministrativi, in palese violazione delle circolari interne?
Non si tratta di “impieghi alternativi”.
Si tratta di uno svilimento, di una mortificazione professionale.
Gli ATPI non sono “jolly” da spostare per coprire vuoti d’organico. Sono specialisti, addestrati con sacrificio, pronti a operare in contesti ad alto rischio, il meglio che il panorama delle forze di polizia italiane possa offrire in termini di preparazione e abnegazione.
Un patto di rispetto e di dignità
L’USIF dice basta.
Basta agli impieghi impropri.
Basta alle prassi arbitrarie di chi usa gli ATPI “alla bisogna”, snaturandone la missione.
Basta alla retorica dei complimenti che non si traducono in tutele concrete.
L’Unione Sindacale Italiana Finanzieri, nell’esercizio del proprio dovere di tutela, ha chiesto formalmente al Comando Generale un intervento urgente: che vengano richiamati i Reparti al rigoroso rispetto delle disposizioni d’impiego, che sia verificata la corretta pianificazione dei servizi di ordine pubblico, e che si garantiscano dotazioni e turnazioni adeguate a chi opera ogni giorno sul fronte della sicurezza nazionale.
Non chiediamo privilegi.
Chiediamo rispetto.
Rispetto per la preparazione, per la fatica, per la professionalità di uomini e donne che rappresentano l’eccellenza operativa della Guardia di Finanza.
Mai più come allora
Chi oggi indossa il basco verde deve sapere che l’USIF non permetterà mai che si ripeta quanto accadde anni fa, quando i colleghi del comparto mare furono “svuotati”, demotivati, umiliati, mandati a svolgere compiti che non erano i loro.
Ricordiamo ancora gli occhi dei colleghi, pieni di tristezza, costretti ad abbandonare ciò per cui avevano studiato, sudato, creduto per ritrovarsi ad essere impiegati, ad esempio, in “controlli strumentali”.
Non possiamo, e non vogliamo, che la stessa ferita si apra nel cuore del comparto ATPI.
Perché difendere i Baschi Verdi significa difendere lo Stato
C’è chi dice che la Guardia di Finanza nasca come polizia economico-finanziaria. È vero!
Ma è altrettanto vero che il concorso all’ordine e alla sicurezza pubblica è previsto dalla legge, pianificato e consolidato. E se il Corpo deve esserci — e deve esserci — allora deve esserci con chi è preparato a esserci: i Baschi Verdi.
Non si usano a convenienza. Non si prestano a esigenze del momento.
Gli ATPI non sono solo un reparto: sono un simbolo.
Rappresentano il coraggio, la disciplina, la capacità di reagire nel caos.
Sono il volto migliore della Guardia di Finanza nei momenti peggiori del Paese.
I cani rabbiosi! Per non dimenticare chi sono.
…..assaltavamo i portavalori quando di scorta c’era la polizia o i carabinieri, mai quando c’erano quei cani rabbiosi col berretto verde in testa….. così definì il brigatista Renato Curcio i baschi verdi. Un offesa che racchiude tutto il valore e la determinazione di chi sceglie di indossare il basco! Perché ogni basco verde che si rispetti si ripete. Un basco verde è per sempre.
Ecco perché l’USIF sarà sempre al loro fianco.
Perché crediamo nella loro missione.
Perché difendere gli ATPI significa difendere la dignità del ruolo, la sicurezza degli operatori, la coerenza del Corpo.
Noi non li lasceremo soli.
Non lasceremo che l’indifferenza spenga il valore di chi ogni giorno, con il basco verde calato sul capo, mantiene alta la bandiera della legalità.
L’USIF c’è.
E continuerà a esserci, fino all’ultima voce e all’ultimo respiro, per difendere chi difende l’Italia.
Vincenzo Piscozzo
Segretario Generale – USIF
Unione Sindacale Italiana Finanzier