ANGELI O DEMONI. IL TRISTE DESTINO DEI FINANZIERI DI MARE

23 Jul 2025
ANGELI O DEMONI DEL MARE, A CONVENIENZA. IL TRISTE DESTINO DEI FINANZIERI DI MARE
Editoriale di Vincenzo Piscozzo, Segretario Generale USIF
C’è una linea sottile, e spesso fin troppo comoda, tra l’eroismo celebrato e la colpevolizzazione sommaria. È quella su cui ogni giorno camminano, in equilibrio precario e spesso da soli, i nostri Finanzieri di Mare. Angeli o demoni, a convenienza. Questa è la percezione distorta e contraddittoria che viene restituita agli occhi dell’opinione pubblica, alimentata da una narrazione schizofrenica che eleva oggi e distrugge domani.
Ne sono simbolo due casi che hanno segnato la nostra comunità in modo profondo: il caso Crotone prima e, più recentemente, la tragedia di Cutro. Nel primo episodio, due colleghi che avevano salvato delle vite sono stati condannati in primo grado. Non solo la beffa del processo, ma anche l’onere economico (quasi un milione di euro) che grava sulle loro spalle come una seconda sentenza.
Nel secondo caso, appena l' altro ieri, quattro colleghi sono stati rinviati a giudizio per reati gravissimi, legati a uno dei momenti più bui e dolorosi delle recenti vicende migratorie: il naufragio di Cutro. E anche lì, come accaduto già in passato, la macchina del fango non ha atteso nemmeno il tempo di un’udienza. Prima, durante e dopo i procedimenti, abbiamo assistito a una metamorfosi mediatica feroce: da eroi a mostri, da salvatori a imputati.
Eppure, basta voltare pagina – letteralmente – per leggere articoli pieni di plauso, elogi e retorica patriottica per altri equipaggi della Guardia di Finanza impegnati in mare.
Questa settimana sono stati giustamente celebrati i colleghi del Roan di Termoli per il salvataggio di un’imbarcazione alle Tremiti, e ieri si inneggiava all’intervento dell’equipaggio del Roan di Bari, che ha tratto in salvo due persone su una barca a vela.
Il punto non è mettere in discussione questi meritati riconoscimenti. Il punto è un altro: dove sono gli stessi applausi quando la situazione è complessa? Quando le operazioni finiscono sotto la lente deformante della cronaca giudiziaria? Dove sono le istituzioni? Dove, soprattutto, è l’Amministrazione?
Uno Stato maturo e democratico non può permettersi di essere forte con i deboli e debole con i forti, né può voltarsi dall’altra parte quando i suoi servitori finiscono nel tritacarne mediatico e giudiziario.
Non può esserci silenzio quando un’intera categoria viene lasciata sola. Certo, non si può interferire con il lavoro della magistratura. Ma questo non giustifica l’assenza di una parola, di una posizione pubblica, di un atto concreto che dimostri che l’Amministrazione è con i suoi uomini, soprattutto nei momenti in cui hanno più bisogno di sentirlo.
Perché non si può essere eroi solo quando fa comodo. Il rischio, la responsabilità, l’umanità con cui i Finanzieri di Mare affrontano ogni giorno i flutti e le insidie del Mediterraneo non cambia a seconda del titolo di un giornale o della convenienza del momento.
È tempo di una riflessione seria. È tempo che la politica, l’opinione pubblica, i vertici delle istituzioni e dell’Amministrazione smettano di usare due pesi e due misure. I nostri colleghi meritano equità, tutela e rispetto. Sempre.
Altrimenti, continueremo a vedere Angeli trasformati in Demoni..... solo per convenienza.