Lo Stato siamo noi: servitori della legalita' abbandonati dal sistema

EDITORIALE A FIRMA DI VINCENZO PISCOZZO
Segretario Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF)
Da troppo tempo denunciamo un sistema che sta collassando su se stesso. Un sistema che abbandona proprio coloro che, ogni giorno, con serietà, spirito di sacrificio e senso del dovere, garantiscono il funzionamento dello Stato.
Parliamo dei finanzieri. Ma anche degli insegnanti, dei medici, degli autisti, dei lavoratori pubblici. Uomini e donne che svolgono un ruolo fondamentale per il Paese, spesso in silenzio, lontano dai riflettori e nell’indifferenza generale.
La situazione è ormai diventata insostenibile. Nel nostro comparto, in particolare, si intrecciano carenze e criticità che rendono ogni giorno più difficile svolgere il proprio dovere in condizioni dignitose.
La carenza di personale non è più un’eccezione temporanea, ma una condizione strutturale. I ritardi nel pagamento delle indennità accessorie, dei buoni pasto, delle missioni, non sono più episodi isolati, ma disfunzioni sistemiche che colpiscono direttamente chi ogni giorno indossa la divisa con onore.
Non parliamo di privilegi. Parliamo di diritti. Di rispetto per il lavoro svolto. Di garanzie che devono essere assicurate a chi tiene in piedi, spesso con fatica, la macchina dello Stato. Non è accettabile che chi lavora per la legalità debba vivere con l’angoscia di dover aspettare mesi per un rimborso, per un’indennità dovuta, per un pasto consumato durante il servizio.
Non è accettabile che ci si affidi sempre agli stessi, spremendo risorse umane già stremate, senza fornire né strumenti adeguati né un reale riconoscimento economico.
Tra i corridoi si respira ormai un senso di stanchezza e frustrazione. Lo stress è costante, il carico di lavoro cresce, e il senso di abbandono è palpabile. A questo si aggiunge l’assenza di una cornice normativa chiara che tuteli il nostro operato e definisca con precisione le regole d’ingaggio. Senza queste tutele, diventa difficile operare con serenità anche nelle situazioni più delicate.
Le istituzioni devono guardare in faccia questa realtà. Non è più tollerabile che le inefficienze dell’apparato amministrativo ricadano sistematicamente su chi è in prima linea. Né è più ammissibile che, in nome di un malinteso senso di tolleranza, si giustifichino comportamenti indegni, violenti, contrari alla legge e al vivere civile.
Questa deriva non riguarda solo il nostro comparto. Nel mondo della scuola, gli insegnanti sono sempre più spesso oggetto di intimidazioni che impediscono loro di esercitare appieno il proprio ruolo educativo. Nella sanità, i medici vengono aggrediti mentre salvano vite umane. Nel trasporto pubblico, autisti e operatori subiscono quotidianamente insulti, minacce e aggressioni. Ovunque, chi serve lo Stato è esposto, non tutelato, lasciato solo.
E noi finanzieri non siamo da meno. Lavoriamo ogni giorno per difendere la legalità, spesso lontano dalle nostre famiglie, talvolta a rischio della nostra incolumità. E in cambio riceviamo ritardi, promesse, silenzi.
Oggi è il momento di cambiare rotta. È il momento di dare voce a quell’Italia che lavora davvero, che si impegna, che crede nelle istituzioni, che serve lo Stato con disciplina e onore. È il momento di riconoscere il valore di chi tiene insieme, con fatica e determinazione, le fondamenta della Repubblica. E di garantire a queste persone rispetto, tutele e diritti essenziali.
Noi non chiediamo favoritismi. Chiediamo correttezza, dignità, riconoscimento. Chiediamo che chi lavora per lo Stato venga messo nelle condizioni di farlo in modo sicuro, giusto e umano.
È questa la vera sfida per le istituzioni. È questo il vero volto dello Stato. Lo Stato siamo NOI.
Vincenzo Piscozzo
Segretario Generale USIF – Unione Sindacale Italiana Finanzieri