La specificità che non c’è: quando la legge di bilancio diventa una scatola vuota

07 Nov 2025

EDITORIALE di Vincenzo Piscozzo – Segretario Generale USIF

La legge di bilancio è alle porte e, come ogni anno, si parla di taglio dell’IRPEF, di maggiore potere d’acquisto per i lavoratori e di misure per sostenere la crescita. Ma per chi indossa la divisa ogni giorno, per chi vigila sul rispetto delle leggi, per chi garantisce la sicurezza economico-finanziaria del Paese, la manovra rischia di essere l’ennesima occasione mancata.

Rischia di certificare, ancora una volta, un comparto trattato come “speciale” soltanto nelle parole.

Noi finanzieri continuiamo a sostenere sulle nostre spalle responsabilità crescenti, turni usuranti, rischi operativi reali. Eppure, la “specificità” resta fino a oggi una definizione senza contenuto, un guscio vuoto.

Tra le misure che più preoccupano c’è l’articolo 42, che disciplina l’accesso alla pensione. La formulazione attuale genera solo incertezza: si teme, non senza motivo, che l’età pensionabile possa essere innalzata.

Durante le audizioni abbiamo ottenuto rassicurazioni dalla maggioranza: non è previsto alcun aumento dei limiti ordinamentali. È un risultato importante, ma non sufficiente. La norma così com’è va riscritta, con chiarezza e senza ambiguità: non si può giocare sul futuro professionale e personale di chi serve lo Stato.

Accanto a questo, restano irrisolte questioni che non possono più essere rimandate:

• la previdenza dedicata per il comparto, promessa da anni e ancora irrealizzata;

• la detassazione delle indennità accessorie e del FESI, che non deve restare un titolo in qualche slide ministeriale;

• l’emergenza abitativa, che colpisce migliaia di colleghi costretti a vivere lontani da casa o in sistemazioni di fortuna;

• i tempi di liquidazione del TFS, troppo lunghi e inaccettabili per chi termina una vita spesa al servizio del Paese.

Se su queste misure si possono invocare i vincoli di bilancio, USIF ha posto sul tavolo tre interventi a costo zero o quasi, che rappresenterebbero un segnale politico  concreto:

1. Ricongiungimento familiare per il personale del comparto Difesa e Sicurezza: la tutela della famiglia deve essere un diritto, non un miraggio.

2. Applicazione del Decreto Nordio anche alla Guardia di Finanza: basta ai blocchi di carriera dovuti a procedimenti non definitivi; non esistono Forze Armate di serie A e serie B.

3. Modifica del TUIR: il personale che, per esigenze di servizio, non può avere domicilio presso l’abitazione principale deve poter accedere alle stesse detrazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie degli altri cittadini.

Il dovere verso lo Stato non può mai diventare una penalizzazione.

Troppo spesso ai nostri tavoli arrivano solo promesse. Troppo spesso si invocano ostacoli, vincoli, priorità “più urgenti”. Noi invece continuiamo a fare ciò che ci compete: portiamo avanti le rivendicazioni di tutto il personale, con competenza, con determinazione, con responsabilità.

Ora tocca alla politica.

Serve coraggio.

Serve rispetto.

Serve coerenza con le parole pronunciate negli anni.

I finanzieri non chiedono privilegi: chiedono riconoscimento.

Non chiedono favori: chiedono giustizia.

E non si accontenteranno più di annunci senza conseguenze.

USIF continuerà ad essere presente, vigile, incalzante.

Perché noi non rappresentiamo qualcuno: noi siamo quel qualcuno.

Siamo finanzieri.

E difendiamo i diritti dei finanzieri.

Senza paura e senza pausa.

Vincenzo Piscozzo

Segretario Generale USIF