Immagina i primi 1000 giorni di vita di un bambino. Un periodo magico e cruciale, dal concepimento fino al secondo compleanno, in cui ogni gesto, ogni carezza, ogni sorriso contribuisce a costruire la sua visione del mondo e di sé stesso.
È in questo arco di tempo che si gettano le fondamenta per il suo sviluppo emotivo e cognitivo. Eppure, per troppo tempo abbiamo sottovalutato il potere di un elemento chiave: la cogenitorialità, ossia il coinvolgimento paritario e consapevole di entrambi i genitori.
Gli studi di neuroscienze e psicologia evolutiva non lasciano spazio a dubbi: la presenza attiva del padre, al pari di quella della madre, è determinante per la crescita armoniosa del bambino. E non si tratta solo di un supporto pratico, ma di qualcosa di molto più profondo. Il padre non è una figura marginale o secondaria nella diade madre-bambino, bensì un pilastro essenziale per la costruzione di una triade familiare sana e interconnessa. Una triade in cui il bambino trova sicurezza, affetto e modelli emotivi su cui costruire la propria identità.
Per raggiungere questo ideale, è fondamentale che l’intera società faccia la sua parte. Le istituzioni, i sistemi sanitari, i luoghi di lavoro: tutti devono contribuire affinché il padre possa rivendicare il suo ruolo senza pregiudizi o barriere. È tempo di abbattere gli stereotipi che vedono il padre come una figura distaccata e secondaria, relegata a compiti marginali, e di riconoscere l’importanza della sua presenza fin dai primi istanti di vita del bambino.
La cogenitorialità non è solo un atto di equità, ma una vera e propria rivoluzione culturale. Quando un padre è presente in maniera attiva e consapevole, non solo sostiene la sua partner, ma diventa il fulcro emotivo di una nuova generazione. Un bambino che cresce con un padre presente e affettuoso sviluppa una maggiore autostima, migliori capacità relazionali e un senso di sicurezza interiore che lo accompagneranno per tutta la vita. E, allo stesso tempo, la madre beneficia di un sostegno tangibile e di un equilibrio che le permette di vivere la genitorialità con maggiore serenità.
è evidente come l’arrivo di un bambino crei una rivoluzione emotiva e relazionale all'interno della coppia, scuotendo le dinamiche di una vita a due. La nascita di una nuova vita non si limita a modificare la quotidianità della coppia, ma impatta anche il complesso intreccio di rapporti familiari e sociali in cui essa è inserita. Questo cambiamento, se non gestito con il giusto supporto, può generare sentimenti di inadeguatezza, sfiducia o frustrazione.
È proprio in questi momenti che un adeguato sostegno istituzionale diventa essenziale per permettere a entrambi i genitori di affrontare con serenità e consapevolezza le sfide della genitorialità, garantendo al bambino il beneficio di una presenza equilibrata di madre e padre.
Attualmente, sia il padre che la madre hanno la possibilità di usufruire di congedi obbligatori, licenze straordinarie e riposi giornalieri, strumenti creati per rafforzare il legame con il neonato e, al contempo, ridistribuire equamente il carico di cura tra i genitori. Queste misure consentono una gestione più bilanciata tra vita professionale e familiare, promuovendo una partnership reale all’interno della coppia. Un esempio emblematico è l’astensione facoltativa, che prevede tre mesi di congedo indennizzato per ciascun genitore, non trasferibili, incoraggiando entrambi a partecipare attivamente alla crescita del figlio. Questo meccanismo sfida direttamente l’idea che solo la madre debba occuparsi del bambino, e invece promuove una visione in cui il padre è un pilastro fondamentale.
Un altro strumento importante è il permesso giornaliero per allattamento, che, contrariamente alla concezione tradizionale, può essere attribuito anche al padre lavoratore dipendente, indipendentemente dallo stato occupazionale della madre. Questa decisione, recentemente sancita dal Consiglio di Stato (Sentenza 28 dicembre 2022, n. 17), rappresenta un passo concreto verso l’equità di genere, dimostrando come entrambi i genitori possano e debbano essere interscambiabili nella cura del figlio.
I benefici della cogenitorialità sono tangibili: riduzione del divario di genere, pari opportunità in famiglia e sul lavoro, e la nascita di una nuova consapevolezza sociale. Questo approccio non solo valorizza il ruolo del padre, ma crea un terreno fertile per le future generazioni, in cui i padri cresceranno con un modello empatico e attivo di partecipazione familiare. Inoltre, abbracciare una mentalità più moderna potrebbe contribuire ad affrontare una delle sfide più urgenti del nostro tempo: il calo della natalità. Una maggiore fiducia nel ruolo attivo dei padri potrebbe infatti infondere nelle donne un rinnovato desiderio di maternità, liberandole dal peso esclusivo del ruolo di "madre accudente" che la società ha storicamente imposto loro.
Abbandonare gli stereotipi culturali del passato e aprirsi a una visione più inclusiva e paritaria non è solo un cambiamento sociale, ma una strada verso un futuro più equilibrato e felice per tutte le famiglie.
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USIF - Ufficio Nazionale Pari Opportunità