La salute e il benessere, quindi la qualità della nostra vita, sono in stretta relazione con le nostre emozioni. Per questo diventa fondamentale saperle controllare nelle diverse situazioni della vita, apportando i giusti cambiamenti sin da subito. Con il termine emozione si intende una percezione soggettiva di un evento-stimolo, che genera un’elaborazione mentale interiore capace di causare dei cambiamenti fisiologici.
Le emozioni, che hanno profonde radici neurobiologiche nel nostro organismo, sono condizionate dalle esperienze personali di vita, dalla cultura di appartenenza e legate ai propri interessi e scopi.
Tutti i nostri comportamenti sono condizionati dai nostri stati d’animo, che ci spronano all’azione o ci bloccano. Tra l’altro l’esperienza emotiva come la sua reazione è per lo più inconscia e quindi non può essere generata a comando.
Infatti, una forte emozione sia negativa che positiva, al superamento di un personale stato di soglia (livello di picco), va ad alterare lo stato di equilibrio psicofisico e permane nella nostra memoria. Questo meccanismo è riscontrabile nell’immediato, con l’aumento del battito cardiaco, della tensione muscolare, dei cambiamenti d’espressione del viso, secrezione di adrenalina, ecc., ma anche a distanza di tempo con cambi di umore improvvisi.
William James, psicologo e filosofo statunitense dell’ottocento, definì per primo l’emozione come il “sentire” i cambiamenti neurovegetativi che hanno luogo a livello viscerale a seguito dello stimolo scatenante. Pertanto la risposta neurofisiologica precede la percezione, ad esempio: “non piangiamo perché siamo tristi, ma siamo tristi perché piangiamo”, “non tremiamo perché abbiamo paura, ma abbiamo paura perché tremiamo”. Questa osservazione costituisce il cuore della cosiddetta “teoria periferica”, secondo cui l’emozione è la conseguenza dei cambiamenti fisiologici periferici prodotti dalla situazione in cui ci troviamo. Pertanto in questa prospettiva, se non vi è attivazione fisiologica, non vi è neppure emozione.
Ma come possiamo regolare le nostre risposte organiche, legate all’attivazione di emozioni negative?
Attraverso una respirazione “coordinata e consapevole”.
Ebbene sì, per controllare nel tempo il livello di stress organico, derivante dalle emozioni negative come l’ansia e la paura, causa di una serie di disagi e alterazioni corporee, la respirazione è l’unica risorsa naturale a cui rivolgerci. L’atto respiratorio riesce a bilanciare l’eccesso di attivazione, eccitazione neurofisiologica e ristabilire l’omeostasi organica (equilibrio) perduta.
E’ bene precisare che le reazioni organiche alla base dell’ansia e della paura sono fisiologiche se giustificate e durano il giusto tempo.
Sappiamo, che l’inspirazione stimola il sistema nervoso autonomo simpatico(il sistema di lotta o fuga), che è importante per aumentare il livello di “arousal” (attivazione, eccitazione, risveglio del sistema nervoso), e l’espirazione stimola il sistema nervoso para-simpatico (il sistema legato alla calma con diminuzione della frequenza cardiaca), importante per abbassare il livello di arousal.
Pertanto, si potrebbe pensare all’inspirazione come a un “pulsante di accensione” e all’espirazione come a un “pulsante di spegnimento” del nostro corpo. Più lunga o veloce è l’inspirazione più viene stimolato un aumento dell’eccitazione o stress mentre più lunga è l’espirazione più velocemente raggiungiamo uno stato di calma e di equilibrio interiore.
La respirazione è lo strumento che non solo ci consente di rilassare il corpo ma anche di mantenere uno stato di presenza e vigilanza, evitando di innescare il meccanismo perverso di pensieri disfunzionali legati a situazioni passate o eventi futuri.
Durante la respirazione infatti, bisogna dirigere costantemente l’attenzione sul respiro, sentire e percepire ogni atto respiratorio.
La respirazione coordinata e consapevole è uno dei pilastri su cui si fonda il metodo di Ginnastica Posturale Sensoriale utile per combattere lo stress psico-fisico.
(art. pubblicato sulla rivista "il Finanziere")