“Durante il dibattito sul disegno di legge A.C. 2112-bis-A, discusso giovedì scorso alla Camera dei Deputati, è stata avanzata la proposta di innalzare il limite d’età per il servizio oltre i 60 anni, anche su base volontaria.

Grazie alla ferma opposizione di numerose sigle sindacali, tra cui USIF, questa proposta è stata respinta. Un risultato importante, ottenuto grazie al costante impegno a tutela dei diritti di tutto il personale del comparto Difesa e Sicurezza.

La nostra posizione è chiara e decisa: le pensioni del personale delle Forze Armate e di Polizia devono essere adeguate per garantire dignità e sicurezza economica, non solo durante il servizio attivo, ma soprattutto in quiescenza.

Non possiamo accettare che assegni pensionistici insufficienti costringano i colleghi a prolungare il servizio oltre i 60 anni, aprendo la strada a trattenimenti obbligatori che mettono a rischio il diritto al riposo dopo anni di sacrifici.

USIF sottolinea l’urgenza di aprire un tavolo di confronto sulla previdenza dedicata per l’intero comparto Difesa e Sicurezza.

È necessario costruire un sistema previdenziale su misura, che riconosca le peculiarità di un lavoro caratterizzato da alti livelli di stress, sacrifici e rischi continui. Il servizio reso dagli operatori del comparto al Paese non può continuare a essere ignorato: occorre valorizzarlo con pensioni che garantiscano una vita serena e dignitosa.

La previdenza dedicata deve diventare un pilastro fondamentale per correggere le attuali disuguaglianze e scongiurare il rischio che i lavoratori del comparto Difesa e Sicurezza diventino i poveri del futuro.

Questa vittoria è solo il primo passo. Il nostro impegno continua per ottenere un futuro previdenziale più giusto ed equo per tutti gli operatori del comparto, attivi e in quiescenza.

Uniti possiamo costruire un sistema che rispetti davvero il valore del nostro lavoro e della nostra dedizione”.

Lo comunica, in una nota, la Segreteria Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).