“Nella giornata di ieri (apertura dei seggi per le elezioni europee), siamo stati sommersi dalle segnalazioni di colleghi in servizio proprio ai seggi che lamentavano grosse situazioni di criticità nello svolgere il servizio di vigilanza poiché, in molti casi, indossando la divisa invernale con una temperatura esterna superiore ai 30 gradi.

Tale situazione non è concepibile, soprattutto quando la problematica era nota e ulteriormente rappresentata da USIF. Reduci delle pregresse esperienze, infatti, abbiamo per tempo rivendicato "il completamento della prestazione giornaliera programmata" e "l'utilizzo di capi di vestiario più comodi”.

Mentre nel primo caso c'è un problema di mancato recepimento nelle "norme interne" di un diritto previsto da una norma di rango superiore, nel secondo caso invece il problema è da ricondurre a "meccanismi burocratici" che mal rispondono alle logiche di una polizia moderna.

Ulteriore stupore della vicenda si ha nell'incontrare colleghi di altre forze dell'ordine che indossano divise più comode, e allora si viene assaliti da sentimenti di sconforto.

Tutto questo vale anche per la rivendicazione del completamento dell' orario programmato da sempre applicato (giustamente)  nelle altre amministrazioni, ma non recepito/inapplicato dalla Guardia di Finanza.

I tempi cambiano e le Amministrazioni devono relazionarsi con i Sindacati Militari. Non è più tollerabile il silenzio assordante alle missive inviate per evidenziare le problematiche del personale. Questo atteggiamento mal si concilia con il buon rapporto che dovrebbe instaurarsi tra Amministrazione e Sindacato.
Polizia moderna? Si vedrà anche dai rapporti che saprà instaurare con il mondo che cambia e quindi anche con i sindacati militari”.

Lo comunica, in una nota, la Segreteria Generale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).

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