Oggi è la “Festa del Corpo”.
“La data anniversaria di fatto d'arme che deve essere commemorata dal Corpo della Guardia di Finanza è il 21 giugno 1918 (Due Piavi)". [Decreto Interministeriale del 25.04.1966]
Molti di noi hanno avuto la fortuna di fruire delle testimonianze dirette dei propri nonni, dei loro racconti sulla Grande Guerra e di come e quanto sentimenti talvolta contrastanti trovassero ricovero nel necessario dovere, per poi trasformarsi in amor patrio.
Molti di noi, oggi, hanno perso memoria di quelle narrazioni.
Non potremo riproporre quei racconti perché la loro lettura sarebbe priva dell’attenzione di un tempo, quando era il proprio nonno, incredibile connubio di affettività ed autorevolezza, a parlare.
Ma egualmente oggi, a tutti i finanzieri, vogliamo riproporre le parole con le quali si concludevano, inevitabilmente, tutte le storie narrate dai nostri nonni.
Parole di ringraziamento e di riconoscenza per tutti quegli italiani che ci hanno permesso di vivere in libertà, di vivere la libertà.
Le stesse parole con le quali il Comandante Generale della Regia Guardia di Finanza, Gen. C.A. Giovanni Ghersi, diffuse la notizia dell’istituzione della Festa del Corpo (in origine il 5 luglio) sul Foglio d’Ordine Speciale del 27 giugno 1925.
"Se ne prenda argomento per ricordare anzitutto con reverenza e gratitudine tutti i commilitoni caduti nell'adempimento del dovere in pace ed in guerra, dal sacrifizio dei quali tanta luce di gloria e tanta nobiltà d'animo promanano"
Perché è assolutamente importante e legittimo festeggiare, magari adornando il momento con i risultati conseguiti, così come è altrettanto assolutamente importante e legittimo rivendicare i propri diritti e lottare per essi, come stiamo facendo noi, ma sempre avendo ben presente che le nostre lotte ed i nostri festeggiamenti sono frutto del sacrificio di altre persone. E che questo debito continuerà a tramandarsi di generazione in generazione.
Buona Festa del Corpo a tutti i Finanzieri…a partire da coloro che ci hanno consentito, col loro sacrificio, di poterla viverla.