“Il 23 febbraio del 2000, la città di Brindisi fu segnata da una tragedia che ancora oggi resta viva nella memoria collettiva.
Il vicebrigadiere Alberto De Falco, 33 anni, e il finanziere scelto Antonio Sottile, 29 anni, persero la vita nell’adempimento del loro dovere, schiacciati da un fuoristrada blindato dei contrabbandieri mentre erano in servizio su una fragile Fiat Punto della Guardia di Finanza.
Con loro, in quell’auto, c’erano anche il brigadiere Edoardo Roscica, 28 anni, e l’appuntato Sandro Marras, 33 anni, entrambi gravemente feriti.
La città si fermò, colpita da un dolore immenso.
Ma da quel sacrificio nacque una reazione forte: il risveglio della società civile, la risposta dello Stato con l’Operazione Primavera, la repressione della criminalità organizzata e la fine del contrabbando di sigarette che alimentava la Sacra Corona Unita.
La memoria non è solo un dovere, ma un impegno per il futuro.
Ogni anno, cerimonie e corone di fiori ricordano il sacrificio di questi giovani servitori dello Stato.
Ma la memoria non basta se non diventa azione concreta. Oggi, come allora, la sicurezza di chi indossa una divisa deve essere una priorità.
Ieri una Fiat Punto contro un blindato. Oggi pattuglie ancora prive di protezione adeguata nei servizi di controllo del territorio e 117.
USIF ribadisce, con forza, la necessità di dotare il personale della Guardia di Finanza di mezzi sicuri e adeguati alle minacce attuali.
Chiedere più dotazioni, più mezzi, più tutele non è un fastidio, non è un problema, ma un atto di responsabilità.
Garantire sicurezza a chi ogni giorno serve il Paese significa proteggere la collettività intera. Il miglior modo per onorare il sacrificio di De Falco e Sottile è fare in modo che non ci siano più eroi da piangere”.
Così, in una nota, la Segreteria Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana Finanzieri (USIF).