Il 17 giugno 2019 nasceva l’USIF: un evento partecipativo che non ha ancora avuto pari.
Non un "sindacato” costruito da un paio di persone o poco più, ma il frutto di un percorso fatto (da tantissime persone) di riunioni, studi, verifiche.
Ora lo definiremmo il "solito processo democratico” dell’USIF, ma all’epoca era il sogno di avere la possibilità di cambiare, di migliorare ciò che è migliorabile in seno alla nostra Amministrazione.
Un progetto ambizioso, certo, ma che 182 persone hanno deciso di abbracciare e sostenere fin dal primo momento, quali soci fondatori.
La sentenza 120 / 2018 della Corte Costituzionale finalmente dava ai militari la possibilità di avere dei loro sindacati, rimandando ad una apposita Legge la disciplina delle modalità con cui operare e dei campi in cui poterlo fare. Una sentenza epocale. L’aggettivo è solitamente abusato, ma non in questo caso: dopo 70 anni, anche i militari vengono avvicinati ai diritti costituzionali.
Sono trascorsi più di tre anni da quella sentenza, e l’inerzia (nella migliore delle ipotesi) della classe politica non ci ha ancora permesso di avere una Legge sulla scorta della quale operare pienamente. Non che quella in discussione al Senato sia pensata per permetterci di rappresentare e sostenere i diritti nostri e di tutti i colleghi, ma quantomeno sarebbe un punto di partenza.
Una partenza che si vuole continuare a rimandare, cercando di introdurre nel contempo più "paletti” possibili nella futura Legge.
Ma di questi, quando questa chimera sarà partorita, se ne parlerà nelle sedi opportune: va da sé che una Legge che comprime i nostri diritti costituzionali, motivando tale colpevole scelta con assurdità artate ed anacronistiche, non può essere passivamente accettata. Non resteremo inerti a farci vomitare addosso fiamme. Men che mai da una Legge che, così come attualmente proposta, è ben più insidiosa di qualsiasi chimera. Senza ricorrere a lance con punte di piombo come Bellerofonte, ma solo utilizzando gli strumenti giuridici a nostra disposizione, la sconfiggeremo.
Nel frattempo continuiamo e continueremo ad adoperarci per il raggiungimento degli obiettivi di comune interesse, siano essi riferiti ad una singola occorrenza nel breve termine o ad un progetto di più lungo respiro.
Esattamente così come abbiamo fatto in questi due anni: senza proclami, senza grida o invettive, ma analizzando il problema, portandolo all’attenzione di tutti e proponendo soluzioni praticabili.
Saltando a piè pari quell’attività di autoincensamento tanto in voga in altre associazioni (di qualsiasi tipo, non solo sindacali), vogliamo invece riepilogare le strutture USIF in Italia. Non per vanto, ma semplicemente a dimostrazione che la costruzione di una struttura democratica, di un edificio con solide fondamenta, è possibile. Richiede tempo ed energie, ma è possibile: noi lo stiamo facendo.
Così come l’abbiamo sognato inizialmente:
- partendo dal territorio, sul quale sono oramai attualmente dislocate 91 Sezioni Territoriali;
- con la nascita di 51 Segreterie Provinciali, per un’analisi più estesa delle comuni problematiche territoriali;
- con la costituzione di 17 Segreterie Regionali (più una struttura equiparata in seno all’Ispettorato), affinché queste strade a doppio senso di percorrenza tra il territorio e la capitale avessero delle "stazioni di servizio” presso le quali trovare assistenza.
Lo termineremo nel breve termine, con il 1° Congresso Nazionale USIF.
Potranno anche volerci inerti ed inermi, ma noi continueremo a costruire la democrazia.
Sono stati due anni incredibili: impegnativi (anche dal punto di vista fisico), ma ricchi di soddisfazioni.
La maggiore è la consapevolezza che tutti noi, insieme, stiamo costruendo un mondo nuovo, più funzionale e giusto.
Continuiamo a farlo insieme.
Perché l’USIF siamo noi, insieme.
Ed è proprio su questa considerazione finale che auguro a tutti noi un buon 2° anniversario della nostra nascita!
IL SEGRETARIO NAZIONALE - Vincenzo Piscozzo