Un altro anno si è aggiunto alla storia della nostra Repubblica.

Storia con capitoli ancor oggi oscuri, la cui trama è stata solo abbozzata, lasciando unicamente all’interpretazione dei singoli i possibili sviluppi e le relative conclusioni.

Ma, nonostante questo, la percezione dell’insieme è rassicurante: siamo tra quelle fortunate popolazioni che, per diritto costituzionale, hanno la possibilità di esprimere le proprie opinioni.

Un anno addietro auguravo ai militari italiani ed alla Nazione tutta che anche coloro che servono la Patria indossando le stellette potessero avere accesso a questo ed agli altri diritti costituzionali tutt’oggi loro negati, auspicando che la classe politica avesse il buon senso di convergere su un testo di legge (disciplinante il mondo sindacale militare) che non fosse una triste elencazione di “paletti” posti per rendere il più ardua possibile l’attività sindacale stessa.

Ma la pandemia ha sconvolto tutte le tabelle di marcia, rimandando così questo appuntamento. Senza tener conto delle necessità di assoluta impellenza sulle quali impegnare le forze, come il disciplinare compiutamente le modalità con le quali rivolgersi (o non), in maniera “politicamente corretta”, nei confronti di persone con orientamenti differenti da quelli dei più. Mi permetto di far presente che esistono già delle linee guida. Per questo ed altri casi simili: sono quelle tracciate dalla buona educazione, dal buon senso e dai codici civile e penale. A meno che non si ritenga necessario prevedere ipotesi differenti per, ad esempio, il furto a seconda che si tratti di mele, pere, arance o ciliegie.

Per il tuo 75° compleanno, cara Repubblica, ti auguro la riscoperta di quei valori che ci avevano permesso di crescere e di diventare un punto di riferimento in campo internazionale.

Ti auguro un completo ritorno all’onestà, alla democrazia di fatto ed all’applicazione di tutte quelle regole di buon senso e di buon governo meravigliosamente elencate nella nostra amata Costituzione.

Nel frattempo noi, i tuoi servitori in divisa, continuiamo pazientemente ad aspettare di poter diventarne fruitori, al pari di tutti i cittadini italiani.

 

IL SEGRETARIO NAZIONALE DELL'USIF - VINCENZO PISCOZZO